da “Internazionale” del 21 settembre 2018
Jimmy Morales non rinnoverà il mandato alla commissione internazionale istituita per contrastare la corruzione nel paese. Una decisione che ha scatenato molte proteste
Jimmy Morales, il presidente del Guatemala, si sente forte. Ha il sostegno di molti imprenditori, di una parte dei militari e della cosiddetta stampa alle dipendenze del corruttore della politica, l’imprenditore Àngel Gonzàlez. Ma le sue iniziative ammantate di autoritarismo dimostrano solo la sua profonda debolezza. E nel frattempo la sua impopolarità aumenta.
Il 31 agosto Morales ha annunciato con un anno di anticipo che non rinnoverà il mandato alla Commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala (Cicig), un organismo internazionale indipendente creato nel 2007 con un accordo tra il governo guatemalteco e le Nazioni Unite. Morales era circondato da militari e poliziotti in uniforme, e davanti agli uffici della Cicig si erano appostati veicoli militari donati dagli Stati Uniti. L’immagine ha fatto molto discutere per la sua aria minacciosa. Il 3 settembre alcuni dipendenti della Direzione per la migrazione, un ufficio del ministero dell’interno, hanno fatto trapelare un documento che vietava al commissario capo della Cicig, il colombiano Ivan Velàsquez, di rientrare nel paese. Il giorno dopo Morales ha spiegato che Velàsquez, all’estero per lavoro, non poteva tornare in Guatemala perché era considerato una minaccia per la sicurezza nazionale. Poi ha chiesto ad Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, di designare un sostituto.
Dopo il discorso di fine agosto Morales ha abbandonato la sala lasciando alla ministra degli esteri, Sandra Jovel, il lavoro sporco. Jovel ha parlato di presunte illegalità commesse dalla Cicig per spiegare la decisione di revocare il mandato e di ordinarel’espulsione del commissario, all’estero per un viaggio di lavoro. Secondo un sondaggio recente la decisione del governo è impopolare. Il 67 per cento degli intervistati pensa che il problema principale del paese sia la corruzione, e otto persone su dieci considerano il Guatemala corrotto. Il 64,3 per cento è contrario alla decisione del presidente e il 65 per cento ritiene che il mandato della Cicig non sia stato rinnovato soprattutto perché “non conviene al governo”.
Prova di forza
Questi risultati si riflettono nel malcontento sempre più forte dei cittadini. A Quetzaltenango, nell’ovest del paese, Morales non ha potuto inaugurare la festa per il 1970 anniversario dell’indipendenza perché ancora prima del suo arrivo era chiaro che la sua presenza non era gradita. Dal 10 settembre ci sono state varie manifestazioni contro il governo: le autorità indigene di Sololà, il comitato di sviluppo contadino (Codeca), gli studenti dell’Universidad de San Carlos e alcune organizzazioni religiose di base hanno protestato in tutto il paese.
Il 12 settembre a Città del Guatemala, sempre in occasione della festa dell’indipendenza, il presidente si è circondato ancora una volta dell’esercito. Le forze speciali della guardia presidenziale, armate con fucili d’assalto, hanno circondato il palazzo del parlamento. I militari erano affiancati da più di duemila agenti della polizia fatti arrivare nella capitale su ordine del governo, a discapito della sicurezza di tutti gli altri dipartimenti. Con i suoi provvedimenti autoritari, Morales sta cercando senza successo di dimostrare la sua forza. In realtà non è un presidente forte, ma piuttosto un leader che usa la forza. ♦_/?•
Da sapere
La decisione della corte
♦ Il 17 settembre 2018 la corte costituzionale ha ordinato al presidente Jimmy Morales di autorizzare l’ingresso nel paese di Ivan Velàsquez, capo della Commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala (Cicig). Morales gli aveva negato l’accesso all’inizio di settembre. Il governo, però, ha fatto sapere che non rispetterà l’ordine della corte. La Cicig, un organismo internazionale indipendente creato nel 2007, ha accusato il presidente e alcuni suoi familiari di pratiche illecite. Bbcmundo